Nelle riprese a lunga posa ogni montatura, dalla più economica alla più raffinata, necessita di una messa in stazione (quasi) perfetta.
Una delle fasi che ritengo estremamente importante nel corso delle riprese ccd è la messa in stazione della montatura equatoriale. Una buona messa in stazione richiede un pò di tempo in più durante i preparativi, che verrà poi ampiamente recuperato durante le riprese, sia nella ricerca degli oggetti, che nella preparazione della guida, oltre che sull'esiguo numero di frame mossi da scartare.
Per queste ragioni la mia messa in stazione deve essere eseguita in modo, direi, maniacale. Non vado avanti se prima non ottengo il massimo dall'allineamento polare.
Da quando faccio riprese ccd non ho mai utilizzato il cannocchiale polare, tanto è vero che non ho un cannocchiale polare. In passato eseguivo l'allineamento utilizzando un algoritmo presente nel software della mia montatura, che muovendosi avanti e indietro tra la Stella Polare ed un' altra stella nota, permetteva di fare con precisione le microregolazioni in altezza ed in azimut.
Il sistema funziona abbastanza bene, se non per il fatto che questa operazione viene eseguita con l'oculare, per poi installare successivamente la camera ccd e dover riequilibrare il tutto, perdendo nella maggior parte dei casi l'allineamento di precisione.
Successivamente ho sperimentato il metodo della deriva, detto anche Bigourdan, ma non con l'oculare, bensì direttamente con la camera ccd. Si tratta di una tecnica che le prime volte mi portava via da un' ora a un' ora e mezza! Poi, con l'abitudine, sono arrivato a 20-30 minuti al massimo. Ne vale comunque la pena.
Prima di spiegare la tecnica del Bigourdan, ricordo che è necessario posizionare il treppiede (o la colonna) in modo che sia il più possibile stabile. Se il treppiede è un modello con i piedi appunti e mi trovo sul terreno, ne approfitto conficcarli energicamente per terra. Ovviamente, prima di questa operazione, oriento il treppiede in modo da puntare verso la Stella Polare. Se arrivo in anticipo e la Polare non è ancora visibile, mi aiuto con una bussola di buona qualità.
Dopo aver fissato stabilmente il treppiede, agisco sulla lunghezza delle sue gambe per livellare la base di appoggio della testa equatoriale, avvalendomi di una livella toroidale che utilizzo alternativamente negli assi nord-sud e poi est-ovest, fino al raggiungimento del risultato ottimale.
Di norma, il livellamento della testa equatoriale non sarebbe necessario, perchè con la registrazione degli assi azimut-altezza si arriverebbe comunque all'allineamento polare, ma la cosa diverrebbe più dispendiosa in termini di tempo.
Dopo aver installato il treppiede, la montatura, lo strumento con i vari accessori e la camera ccd, si esegue l'equilibratura nei due assi, avendo cura di sbilanciare l'asse di ascensione retta di un etto circa sul versante est, così da tenere sempre in trazione il motore di ascensione retta ed evitare piccoli problemi di backlash. Un' altra cosa da non trascurare è l'allineamento del cercatore rispetto all'ottica principale con la camera ccd. Si esegue centrando una stella abbastanza luminosa nel campo di ripresa della ccd ed agendo poi sulle viti di regolazione del cercatore, fino a portarla al centro del reticolo del cercatore. Anche con le montature "go-to" il cercatore è di fondamentale importanza, per stabilire il punto di riferimento iniziale (tipicamente una stella nota vicina) per la ricerca degli oggetti da riprendere.
La camera ccd deve essere ruotata in modo da essere ortogonale rispetto agli assi di rotazione. Per verificare l'angolo di rotazione della camera ccd, basta far muovere lentamente l'asse di A.R. durante una ripresa di alcuni secondi. Le stelle dovranno lasciare la "strisciata" in modo perfettamente orizzontale. Eventualmente, ruotare la camera fino al raggiungimento dell'obiettivo.
La tecnica del metodo di Bigourdan è relativamente semplice ed è suddivisa in due fasi, riguardanti rispettivamente la regolazione in azimut e la regolazione in altezza. Prima di procedere sono solito togliere i tappi dell'alloggiamento del cannocchiale polare per agire sulle regolazioni in azimut e in altezza, individuando e poi portando la Stella Polare più o meno al centro del foro. E' un' operazione approssimativa, che fa però risparmiare un bel pò di tempo.
Si inizia puntando una stella sufficientemente luminosa nel punto di incrocio tra il meridiano e l'equatore celeste. Molti penseranno a chissà quali macchinosi calcoli per trovare il punto, in assenza di un planetario software. Sbagliato, nulla di più semplice: basta guardare la montatura dando le spalle al nord, aprire la frizione dell'asse di ascensione retta (A.R.) e far ruotare fino a mettere la barra del contrappeso in squadra rispetto alla base, formando idealmente una "T"; chiudere la frizione dell'A.R. ed aprire la frizione della declinazione (Dec.); portarsi lateralmente, con le spalle ad ovest e far girare lo strumento fino a metterlo in squadra con l'asse A.R. Inquadrerà il campo in prossimità del punto di incrocio tra il meridiano e l'equatore. Anche se con una certa approssimazione, andrà comunque benissimo.
Questa prima fase serve a regolare l'azimut della montatura, ovvero la rotazione orizzontale sulla base d' appoggio. La montatura deve essere accesa ed inseguire con il moto orario. Individuare una stella relativamente luminosa nel campo ed avviare l'autoguida, ma soltanto dopo aver disabilitando il sistema di correzione sulla montatura. Se il software non ne permette la disabilitazione, si può sempre staccare fisicamente il cavo dell'autoguida dalla montatura. Simulare l'inseguimento leggendo gli errori sull'asse Y (Dec.) per i primi 20-30 secondi, ignorando totalmente gli errori sull'asse X (A.R.). Fermare l'autoguida e ruotare in senso orario o antiorario l'azimut, ripetendo l'operazione fino al raggiungimento di un errore sull'asse Y di pochi decimi di pixel in 1-2 minuti di guida simulata, senza correzioni.
Dopo aver regolato l'azimut, si può passare alla regolazione dell'altezza, puntando una stella sull'equatore celeste e sull'orizzonte est, oppure sull'orizzonte ovest. Normalmente io utilizzo sempre l'est perchè è più scuro (il sole tramonta ad ovest). Anche qui per trovare la zona ci si può rivolgere ad alcune semplici regole di geometria.
Partendo dalla regolazione precedente, allentare la frizione dell'A.R. e ruotare fino a che il contrappeso non raggiungerà il punto più basso. Chiudere la frizione dell'A.R. ed aprire la frizione della declinazione, ruotando lo strumento fino a portarlo in squadra rispetto allìasse A.R., puntando quindi ad una ventina di gradi d'altezza in prossimità dell'orizzonte ad est.
Normalmente, l'orizzonte ideale è sempre ostruito da una collina o da qualche albero. Puntare sulla prima stella disponibile un pò più in alto non sconvolgerà la qualità della messa in stazione. Basterà quindi allentare quindi la frizione dell'A.R. e ruotare quanto basta, fino all'individuazione della stella di riferimento.
Anche qui la montatura deve essere accesa ed inseguire con il moto orario. Avviare l'autoguida sempre con il sistema di correzione disabilitato e monitorare anche qui l'errore di guida sull'asse Y (Dec.); ignorare l'errore in A.R. (sembrerà strano, ma sia nella regolazione dell'azimut che nella regolazione dell'altezza bisogna considerare sempre e soltanto l'errore di guida in declinazione). Intervenire sulla regolazione dell'altezza della montatura e ripetere il tutto fino all'ottenimento di un errore di pochi decimi di pixel in 1-2 minuti di guida simulata.
A questo punto avremo raggiunto il miglior allineamento polare che si possa ottenere con una strumentazione amatoriale.
La tecnica di Bigourdan è stata ideata per essere applicata con un oculare col reticolo illuminato, non con la camera ccd. Il metodo che qui ho spiegato è una interpretazione 'tecnologica' del metodo classico, che comunque rimane tale nelle linee di guida. |